mercoledì 5 giugno 2013

Scomparsa di Denise: “Sì, Della Chiave va ascoltato”. L’ex Pm Angioni, sul testimone sordomuto che dichiarò di aver visto la piccola

Caso Denise: interviene l'ex P.M. Dr.ssa Angioni che ha seguito le indagini componente dell'Associazione Nazionale Magistrati. Leggete.
Scomparsa di Denise: “Sì, Della Chiave va ascoltato”. L’ex Pm Angioni, sul testimone sordomuto che dichiarò di aver visto la piccola

E’ sulla testimonianza del 74enne sordomuto mazarese Battista Della Chiave che la parte civile nel processo per il sequestro della piccola Denise Pipitone intende, con forza, far leva per squarciare il velo di mistero che da quasi nove anni avvolge la scomparsa. Alla sbarra, in Tribunale, a Marsala, c’è la sorellastra Jessica Pulizzi. Ma ci sono anche altri due filoni d’indagine. Uno che riguarda Anna Corona (madre di Jessica) e altri, per il quale la Procura ha chiesto l’archiviazione, mentre più recente è quello scaturito dall’indagine difensiva dell’avvocato Frazzitta, legale di Piera Maggio. Battista Della Chiave ha dichiarato di avere visto Denise in braccio al nipote Giuseppe Della Chiave circa mezz’ora dopo il rapimento. L’anziano, già ascoltato dai pm, sarà interrogato l’11 giugno, in un «incidente probatorio», davanti al gip Annalisa Amato. “Anche per stabilire se l’1 settembre 2004 Della Chiave lavorava per Vito Bonanno – ha detto il pm Sabrina Carmazzi nell’ultima udienza – e verificare la capacità a comprendere e comunicare di un soggetto sordomuto e analfabeta”. E sulla capacità a comprendere e comunicare di un sordomuto si esprime uno dei primi pm che indagò sul sequestro della bambina, Maria Angioni, fino all’estate 2005 sostituto procuratore a Marsala e poi giudice del Tribunale per i minorenni di Cagliari.
“Nel vigente ordinamento – dice Angioni, componente dell’Anm sarda – il sordomuto non viene considerato portatore di alcuna particolare incapacità o minorata capacità sotto alcun profilo giuridico, penale civile o di testimone. Se il sordomuto non sa leggere o scrivere l’autorità giudiziaria nomina uno o più interpreti scelti di preferenza fra le persone abituate a trattare con loro”.
I familiari dell’anziano testimone, intanto, non hanno affatto gradito le sue rivelazioni.
“Sulla base di quanto si è potuto apprendere da tv e giornali sul caso della piccola Denise – afferma il giudice Angioni – gli elementi di dubbio sembrano essere stati portati da dichiarazioni dei familiari, che dai filmati appaiono contrariati dal contenuto delle “dichiarazioni” gestuali del congiunto, che invece non appare confuso, ha anzi comunicato un racconto dettagliato e logico, e non risulta animato da motivi di calunnia. Le dichiarazioni dei familiari dovranno essere valutate con estrema prudenza. Identica prudenza il giudicante dovrà adottare nella nomina di un interprete in seno alla cerchia familiare, tenuto conto delle reazioni contrarie alle propalazioni del congiunto”.

di Antonio Pizzo
da “La Sicilia”

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